giovedì 21 febbraio 2013

Tutorial: anellini di giunzione o jump ring (versione casereccia)

Poiché, lo riconosco, sono piuttosto maniacale e cerco di essere per quanto possibile coerente prima di tutto con me stessa, nel momento in cui ho iniziato a creare bijoux handmade, ho deciso che TUTTO dovesse essere HANDMADE, e che quindi ogni creazione avrebbe dovuto essere costituita da componenti realizzati da me, compresi link e catenelle (spesso si acquistano a metraggio).
Ciò comporta una produzione inesauribile di anellini di giunzione, di varie grandezze, sia nel diametro che nello spessore del filo.
Questo mini-tutorial, in cui non utilizzo strumenti particolarmente professionali, può essere utile per chi vuol cimentarsi in questa "simpatica attività" con oggetti facilmente recuperabili, senza dover acquistare attrezzature ad hoc.

Il filo di rame che maggiormente utilizzo è di 1 mm di spessore e per renderlo maggiormente malleabile e conferirgli un aspetto brunito lascio per qualche secondo una matassina di filo su fiamma diretta (quella del fornello va benissimo).


Matassina brunita


Basta poi avvolgere il filo attorno ad un normale cacciavite con punta a stella in modo che la spirale che verrà a formarsi possa essere agevolmente sfilata.






A questo punto basta tagliare la spirale con un tronchesino.



Et voilà! 


martedì 5 febbraio 2013

Scarti di seta


Come ho già detto, anzi, scritto, e come forse si sarà intuito, i materiali predominanti che utilizzo sono rame, pietre dure semi-preziose, cristalli, tessuti: tutto ciò che è naturale e che abbia un impatto ambientale minimo.
Negli ultimi tempi mi muove anche l'entusiasmo per la realizzazione di un nuovo progetto, conferendo alla mia attività anche un valore “etico”. 
Tra le mie passioni c'è infatti anche lo yoga, che pratico da diversi anni e che, inevitabilmente, mi ha avvicinata alla cultura indiana, accrescendo in me il desiderio di conoscere ed approfondire un "mondo" così lontano ed affascinante. 
Le pietre ed il loro agire sui chakra già mi consentiva di avvicinare il mio hobby a qualcosa, per me, più profondo. 
Ed ora ho scoperto la possibilità di fare un passo in più: utilizzare gli scarti di seta prodotti nella realizzazione dei sari(*) da parte di cooperative di donne indiane, supportando, nel mio piccolo, anche le iniziative per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in India. 

(*)detto anche saree o shari, il sari è un indumento femminile molto usato nel subcontinente indiano



E questo è ciò che ho ricevuto con il mio primo ordine di dicembre:




Adoro il contrasto tattile e visivo che viene a crearsi dall'unione dei diversi materiali: il metallo solido e materico e la seta morbida e sinuosa.

Questi i primi esperimenti:



Loro due, e tutti gli altri nati a seguire, sono su Artesanum